La selvicoltura coniuga il prelievo di legno con la perpetuazione del bosco. Il ceduo è quella forma di selvicoltura (in termini tecnici si parla di “governo del bosco”) che assicura la perpetuazione utilizzando una caratteristica naturale presente nelle latifoglie e nota fin dalla preistoria: quella di rigenerarsi grazie alla presenza di gemme che vengono attivate a seguito di un impatto traumatico.
La ceppaia, la parte basale dell’albero che resta in bosco a seguito del taglio, rimane viva dando vita a nuovi fusti. Questo processo naturale, data la grande longevità delle ceppaie, si può ripetere per numerose generazioni, se l’utilizzazione viene ripetuta a distanza di tempo opportuna. I turni di ceduazione variano, in base alla specie e ai diametri che si vogliono ottenere, dai 15 ai 35 anni. Molto spesso, quando un ceduo viene utilizzato, alcuni alberi, singoli o a gruppi, vengono lasciati in piedi per svolgere diverse funzioni: oggi risulta particolarmente importante quella di tutela della biodiversità.
La pratica della ceduazione è molto diffusa, in particolare, in tutto il bacino del mediterraneo. In Italia i cedui sono molto presenti: essi rappresentano più del 40% dei boschi. Dai cedui si ottiene normalmente legna da ardere o paleria, prodotti molto importanti in particolar modo per le aree rurali.