L’area del Marganai, così come tutta l’area del Sulcis-Iglesiente, è stata oggetto di sfruttamento minerario per diversi secoli. Tale attività è testimoniata dalle numerosissime gallerie realizzate già a partire dal periodo Punico, e nei successivi periodi storici in cui Romani, Pisani, Spagnoli e Piemontesi hanno sfruttato la ricchezza mineraria della zona (Valery 1996, Wagner2001).
Una recente ricerca storica su Domusnovas (Costa e Canavera 2001) racconta delle utilizzazioni boschive della zona di Oridda (parte dell’attuale Foresta di Marganai) già nel XXVIII secolo, quando il governo sabaudo progettò di ripopolare il territorio della Contea di Oridda. In particolare, dal 1766 pare che Francesco Fulgheri, conte di San Giovanni Nepumuceno, “sfruttò” le risorse forestali dell’area. Questa gestione continuò sino al 1838, anno in cui il feudo fu riscattato e concesso al comune di Domusnovas.
Nel periodo compreso tra il XVIII e XIX secolo diversi autori descrivono il forte legame tra l’attività mineraria e la gestione forestale. Esistono infatti diversi testi che testimoniano la gestione di questi boschi tramite il governo a ceduo, finalizzata alla produzione di carbone e di traversine ferroviarie (Beccu 2000, Ballero et al 1995, Falchi 1952).
Enea Beccu (2000) descrive con un certo dettaglio il piano regolare del 1844 con il quale veniva gestita la Contea di Oridda, caratterizzata da boschi cedui e ghiandiferi, in cui si praticava anche il pascolo dei suini. Dalla prima metà dell’ottocento alla seconda metà del ‘900 la Contea di Oridda è stata gestita da diverse imprese: da quella del Conte Beltrami alla ditta Semenza, sino alla società mineraria di Monteponi che la detenne fino al 1979 (Costa e Canavera 2001; Ballero et al. 1995). In tutto questo periodo la gestione forestale era strettamente connessa alle produzioni minerarie, con utilizzazioni anche piuttosto intense. Costa e Canavera (2001) riportano una nota degli operai forestali presenti a Oridda nel 1909 che dimostra quanto fosse importante la produzione di carbone, giustificando la presenza di decine di addetti provenienti anche altre regioni d’Italia, prevalentemente da Toscana ed Emilia Romagna (Falchi 1952).
Nel XIX secolo la produzione di carbone aveva assunto dimensioni notevoli, e se nel 1864 risultava un elevato consumo da parte delle fonderie del Sulcis-Iglesiente, già pochi anni dopo il carbone veniva esportato in Francia, in Spagna e in altre zone del Regno d’Italia. La legna da ardere costituiva anche la principale fonte di riscaldamento (cucine economiche, stufe, camini) che veniva utilizzata anche nell’industria casearia.
Il mercato del carbone e della legna da ardere si sviluppò per quasi tutto il XX secolo. Nel 1979 la foresta di Marganai è stata acquisita dal patrimonio indisponibile della regione sarda, diventando Foresta Demaniale. Ballero et al. (1995) descrivono questi boschi come “costituiti da cedui matricinati di leccio volti soprattutto alla produzione di paleria da miniera e carbone, con turni variabili dai 18 ai 25 anni” ed evidenziano il fatto che “fin dai primi anni del secolo, i boschi della Società mineraria di Monteponi venivano gestiti secondo un preciso piano di assestamento forestale con utilizzazioni non particolarmente intense, che hanno lasciato un patrimonio prezioso di boschi cedui invecchiati”.
Dagli anni ’70 del secolo scorso si è verificato un graduale abbandono della gestione selvicolturale.
Dal 2010 è stato avviato un processo di pianificazione volto al recupero della gestione selvicolturale storica del compendio forestale pubblico su piccole superfici, attraverso un primo piano di gestione, regolarmente approvato, insistente su una superficie limitata del Complesso (542 ha pianificati, 305 ha di cedui assestati di cui 34 ha utilizzati tra il 2010 e 2013) e un secondo piano di gestione, più ampio (4.602 ha), non ancora approvato. Entrambi i piani prevedono di ripristinare il governo a ceduo su una parte minoritaria del Complesso Forestale (circa 12% del totale), secondo il metodo planimetrico organico con classi cronologiche di 3 anni di ampiezza. Gli interventi programmati interessano superfici limitate sulle quali eseguire le utilizzazioni su circa 400 ha in un arco di tempo di 10 anni. Le superfici da destinare a ceduo sono state individuate tramite una analisi delle caratteristiche qualitative e quantitative del bosco e delle caratteristiche geomorfologiche della particella.
Distribuzione delle superfici rispetto all’estensione del complesso forestale del Marganai (Marganai + Gutturu Pala). La parte non a ceduo è rappresentata da boschi a evoluzione naturale, fustaie e sistemi silvo-pastorali.
Riferimenti bibliografici
Ballero M., Boni C., Canu G., Cocco S. e Delogu G. 1995 “Guida al giardino Linasia e alle foreste Demaniali di Marganai, Montimannu e Gutturu Pala” Azienda Foreste Demaniali della Sardegna. Stef srl, Cagliari
Beccu E., 2000. Tra cronaca e storia le vicende del patrimonio boschivo della Sardegna. Carlo Delfino editore, Sassari.
On line http://www.sardegnaambiente.it/j/v/152?s=24911&v=2&c=1557&t=1
On line: http://www.sardegnaambiente.it/j/v/152?s=281225&v=2&c=12078&t=1
Costa R.L. e Canavera E., 2001. Domusnovas dalle origini al ‘900. Comune di Domusnovas.
Falchi M., 1952. Aspetti principali del problema forestale in Sardegna. Regione autonoma della Sardegna, Assessorato all’agricoltura e foreste, Cagliari, 1952.
Valery. Viaggio in Sardegna. Valery; traduzione e cura di Maria Grazia Longhi. Nuoro Ilisso c1996 - 320p.
Wagner MAx Leopold. Immagini del viaggio di Sardegna / Max Leopold Wagner; a cura di Giulio Paulis; traduzione di Giovanni Masala. Nuoro: Ilisso c2001 - 173 p.