Lettera aperta al Direttore del Manifesto
Gentile Direttore,
le scriviamo a seguito di un articolo pubblicato in data 6 Settembre 2018 sulla sua testata dal titolo: “La foresta sarda abbattuta e promossa” a firma di Costantino Cossu. In quanto membri del gruppo di lavoro del citato Progetto SAM, Sostenibilità Ambientale e Socioeconomica delle utilizzazioni nei cedui del Marganai, riteniamo che la nostra professionalità, la nostra deontologia, così come la nostra onestà intellettuale siano state gravemente lese. Tale articolo contiene infatti falsità e congetture che meritano una risposta. Le chiediamo pertanto di poterci avvalere del diritto di replica sulla sua testata, come previsto dall’Art. 8 della legge sulla stampa n. 47/1948, tramite la pubblicazione della presente lettera. Sostenere che il nostro gruppo di lavoro sia “in vario modo legato alle attività di taglio del Marganai” è un’affermazione falsa e grave. L’Università di Sassari, a cui il progetto è stato finanziato tramite un bando pubblico della Regione Sardegna, non è affatto l’ente che ha effettuato i tagli, e non sussiste alcun legame diretto tra il gruppo di ricerca impegnato nel progetto, i tecnici di Forestas che gestiscono il Complesso del Marganai e le imprese boschive a cui sono stati affidati i lavori. Scrivere inoltre che “Finalità del progetto di studio è quella di dimostrare che non solo i tagli dichiarati illegittimi dalla magistratura erano necessari, ma che del Marganai, in realtà, sarebbe utile segare un'altra bella fetta, proprio perché si tratta di «tagli colturali», che al bosco farebbero solo bene” è del tutto falso e fuorviante, completamente avulso dai reali obiettivi del progetto. La nostra ricerca non riguarda aspetti legali, essa punta invece a misurare, con metodo scientifico, l’effettivo impatto dell’intervento di ceduazione dal punto di vista selvicolturale. idrogeologico e sociale. Nessuno vuole proporre di “segare” altre aree né dimostrare alcunché alla magistratura! Il nostro lavoro di ricercatori è ben altro e si basa su protocolli di rilievo codificati a livello accademico internazionale. Inoltre le segnaliamo che, diversamente da quanto scritto, all’incontro inaugurale del progetto non era presente alcun condannato. Infatti i decreti di condanna citati sono stati oggetto di opposizione da parte dei destinatari. Opposizione accolta, che quindi fa automaticamente decadere il decreto di condanna stesso. Dovrà essere il giudice, nel corso di un processo -che ancora non si è svolto- a stabilire la necessità dell’autorizzazione paesaggistica per il caso in esame ed eventuali responsabilità penali. Anche questa affermazione è quindi molto grave da parte del giornalista, che incorrere in semplificazioni che distorcono palesemente la realtà al punto da poter essere considerata diffamazione a mezzo stampa.
Cordiali saluti,
Progetto SAM www.progettomarganai.it